PERCORRENDO
Negli ultimi sette, otto anni mi sono dedicato esclusivamente alla pittura di paesaggio, prediligendo immagini che rappresentassero gli effetti della luce sull’acqua: essa è presente in quasi tutti i miei quadri. I luoghi che ho dipinto appartengono a due diverse aree geografiche; la prima è la zona intorno al lago di Iseo, dove abito (vivo a Sarnico); la seconda comprende il corso del fiume Po, da Cremona a Brescello, tratto che ho seguito in varie occasioni, in parte in auto e in parte camminando.
Sono, in maniera diversa, luoghi che conosco bene; abitando da sempre in riva ad uno specchio d’acqua, fin da bambino ho passato del tempo ad osservarlo. Questa parte del paesaggio mi risulta familiare: il nostro lago era, fino a pochi decenni or sono, luogo di navigazione e pesca (della navigazione rendono testimonianza le chiatte di Paratico, luogo di attracco dei battelli che trasportavano materiali a Lovere e Costa Volpino). La pesca dava ai quei tempi lavoro a numerose persone.
Queste zone uniscono ad una natura antica le tracce lasciate dall’attività umana, che si sono stratificate nel corso del tempo. Luoghi familiari, già visti, che non mancano di attirare ancora la mia attenzione; il mio sguardo incontra le cose, riconoscendo in esse una sorta di intimità.
Ora il lago sembra venire sentito soprattutto come lo spazio per un turismo frettoloso, benché offra ad un occhio sia pur minimamente attento numerosi scampoli di bellezza.
Per il fiume Po il discorso non è, in fondo, molto diverso. Esiste un elemento che, meglio dell’acqua, possa suscitare ricordi e fascinazioni? Io credo di no. Il Grande Fiume scorre dal Monviso al mar Adriatico, fiancheggiato per centinaia e centinaia di chilometri dall’argine maestro, insieme punto di vista sopraelevato e limite dell’area golenale, entro i cui confini il corso d’acqua può espandersi in fase di piena.
Un modo per guardare dall’alto una sconfinata pianura, saltuariamente interrotta da un crocicchio di case; e, dall’altra parte, dove scorre il fiume, un habitat naturale un tempo rigoglioso che ha subìto nel tempo numerose manomissioni. Il viaggiatore, osservando lo scenario che gli si para davanti agli occhi, può ammirare uno spettacolo sempre mutevole, comprendente, anche in questo caso, una natura arcaica e i segni lasciati su di essa dall’intervento umano (ponti, strade, canali, cascine, campi coltivati).
La geometria di questo intervento aggiunge valore estetico ad una terra meravigliosa di per se stessa; ne dà una misura, di fatto la disegna.
Il viaggio che segue il corso del fiume ne ripercorre la storia, e questo attiene all’aspetto letterario; tuttavia, come ci ha insegnato Lessing, se la poesia si occupa del tempo, l’arte si occupa dello spazio. Uno spazio che includa un corso d’acqua può essere, a mio parere, un valido motif per fare pittura.
Questi dipinti sono quindi, da un lato, frutto di viaggi, perlustrazioni, appostamenti; dall’altro, quello più squisitamente pittorico, di schizzi, studi di accostamenti di colore, ripensamenti, cancellazioni. Spero di essere riuscito a osservare la natura con uno sguardo filtrato dalla storia (la storia dell’arte, in questo caso).